Prologo
“L' unica cosa che non rimpiango è di aver potuto conoscere il mio angelo oscuro..
L'asfalto della strada è così bagnato....sento molto freddo, cosa mi è successo?Il freddo è accompagnato da un forte dolore, un dolore forte, fortissimo, che sembra un fuoco..ho voglia di urlare, ma il dolore è così forte che mi impedisce di sentire qualsiasi rumore.. quindi si..penso proprio che stia urlando...
Qualcuno mi passa accanto, ma poi scappa, come spaventato, ma non vedono in che condizioni sono?Una ragazza che urla, in preda a delle convulsioni di dolore non va aiutata...? Apparentemente no...sono sola...e sola devo restare... a soffrire..A quanto pare la parola “aiuto” non arriva alle orecchie di nessuna buona anima..
Il calore divampa....dolore, e ancora dolore..Basta, non ce la faccio più...brucio...brucio viva...preferisco morire...
Non ho più organi, si stanno dissolvendo dentro questo fuoco...ma che importa?Tanto sto morendo...si voglio morire...voglio proprio morire...
Poi....improvvisamente, mi sento meglio...sembrano essere passati giorni, mesi,anni....
non mi sento respirare..
Ma apro gli occhi...
In quel periodo erano innumerevoli gli omicidi che comparivano sui giornali,ma anche se la causa principale non era lei, Katrina di certo ne aveva indirettamente contribuito.
I Volturi, nobile casata di Vampiri italiani esistente da innumerevoli secoli,temuti e rispettati da tutti i clan esistenti al mondo, si erano prefissati di custodire e mantenere il segreto della loro specie per sempre. Ogni azione troppo appariscente da parte di un vampiro doveva essere punita con la morte,cancellando ogni traccia che potesse mostrare agli umani l'esistenza della loro razza.
A Volterra la situazione stava degenerando . Aro era su tutte le furie..nervoso ed estremamente sanguinario per via del pessimo umore. Non era da lui: era apparentemente così affabile... Una delle cose che detestava era come a volte per negligenza ostinata,alcuni esseri della sua razza fossero cosi stupidi da voler uscire allo scoperto.
Voleva fare qualcosa. Doveva. Aveva fatto già passare troppo tempo,sperando che la situazione si alleggerisse da sé ,così come era sorta. Ma questo non accadeva. Peggiorava sempre di più.
Più di una delle sue guardie propose di andare a controllare. Aro voleva occuparsene di persona e cosi fu. Designata una destinazione più o meno vicina ai recenti omicidi si diresse li con parte del suo seguito di Volterra: Jane, Alec, Felix, Demetri.
Nessuno dei Volturi a seguito di Aro capì il perchè , ma dopo la perlustrazione dei luoghi, non capirono il motivo per il quale Aro,cosi determinato a porre fine a questa storia,dopo aver visto Katrina, pur essendo neonata, non ebbe la forza di torcerle nemmeno un capello :guardarla negli occhi fu la sola cosa che riuscì a fare ...ciò che era evidente era l'espressione di Aro,sorpresa e allo stesso tempo sconvolta.
Non diede spiegazioni della sua clemenza. Dalle sue labbra uscì solo l' ordine che quella creatura doveva essere condotta con loro a Volterra.
Volterra
Ogni tanto questa visione mi pulsava nella mente, e rivivevo quelle scene come se le avessi vissute poco tempo fa, ed erano terribili, mi spaventavano ancora. Ma ora non dovevo avere più paura..e non ne potevo avere, la mia nuova vita mi aveva privato delle emozioni.
Avevo la mia immagine riflessa sullo specchio, mi sentivo bella... bella come non mi ero mai sentita.. districavo i miei capelli ondulati con la spazzola, e mi fissavo, me li pettinavo, me li accarezzavo lentamente, e mi fissavo..
Che sguardo perso, che sguardo privo di significato... la morte mi aveva reso bella, ma dai miei occhi non si poteva leggere più niente...
Mi alzo, percorro il pavimento lucido e levigato della mia stanza ed esco, percorro tutto il corridoio, lo strascico del mio vestito seguiva i miei passi, sono bellissimi questi vestiti, lunghi, incantati, affascinanti, anche se a volte un po' scomodi.
Vado nel grande salone... lui mi aspettava lì.
Non era esattamente l'accoglienza che mi aspettavo..era passato non so quanto tempo dal mio arrivo a Volterra e lo sguardo torvo e indagatore di Marcus mi trafiggeva.
Stava li seduto su quello che avrebbe dovuto fungere da “trono” e mi fissava.
<<vedo che ti sei ambientata bene>>era sarcastico e maledettamente velenoso.
Tenevo gli occhi bassi,ma desideravo in modo inimmaginabile fulminarlo con il mio solo sguardo. Per questo aspetto invidiavo un po' il potere di Jane.
<<faccio del mio meglio>> mentii.
<< Sai che io sono assolutamente contrariato sul fatto che tu sia qui e che per di più Aro abbia deciso di risparmiarti...un neonato in questo posto..ridicolo!>>
Non sopportavo sentirlo parlare in quel modo, ne tanto meno se si riferiva all'unica persona che fino a quel momento mi avesse dimostrato un minimo di rispetto.
Dopo il mio arrivo a Volterra si erano riuniti tutti in consiglio...non dimenticherò mai i discorsi che fecero in mia presenza. Voci indistinte seppur diverse che non mi volevano:
Dobbiamo eliminarla.
Non può stare qui.
Se tutti sapessero chi teniamo qui, come credete che rispetterebbero ancora le nostre leggi?
Non c'era giorno in cui non leggessi queste parole negli sguardi di Marcus, e Caius. Quando arrivai a Volterra furono loro a decidere di tenermi isolata fin quando i miei istinti e i mie sensi, che quella nuova vita aveva affinato, avrebbero dato spazio alla lucidità e alla coscienza.
Giorni,settimane,forse mesi in quella minuscola stanzetta: la mia prigione.
L'angoscia di quella solitudine mi bruciava. Abbandonata per ben due volte e strappata di nuovo alla vita. Quando mi restituirono la libertà mi sentivo completamente nuova.
Aro era diverso, lo era stato fin dall'inizio. I suoi occhi mi guardavano dubbiosi e allo stesso tempo incuriositi ,così una notte decisi che dovevo affrontare la sua opinione.
La porta era socchiusa ma prima che potessi bussare una voce mi esortò ad entrare. Era intento a leggere un antico e polveroso libro che a quanto pare apparteneva a epoche lontane per l'apparente decadente aspetto.
La sua scrivania di massiccio e lucido legno rifletteva le luci delle candele che emanavano una fioca e soffusa luce che riusciva ad illuminare solo una piccola porzione della stanza. L'arredamento non poteva essere definito in un unico stile: le tende e la mobilia si sposavano in una fusione di stile ottocentesco medioevale. Assolutamente originale.
Le tende di spesso velluto cremisi dietro le spalle di Aro emergevano appena dall'oscurità che avvolgeva la camera.
<< A cosa devo l'onore di questa visita notturna, mia cara? >> fu Aro a rompere il silenzio rivolgendosi a me senza alzare lo sguardo dal libro mentre osservavo l'ambiente circostante. Aveva sempre modi cortesi nel rivolgersi a chiunque. Questo faceva di lui il più rispettabile, ma da quello che dicevano in giro, non meno temibile.
<< Mi domandavo....>> indugiai, << Se abbia un senso che tu stia ancora qui >> aggiunse Aro precedendomi prima ancora che potessi formulare la frase nella mia mente.
Rimasi ammutolita dalla tempestività con la quale precedeva ogni mia mossa o ogni mio pensiero.
<< Non temere, non intendevo farti apparire...uhm...si ,scontata è la parola più adatta. Ma data la tua condizione qui, non mi stupirei della facilità di immaginare cosa ti passi per la mente in questi giorni >> rispose con aria divertita.
<< Direi che è lecito che io abbia dei seri dubbi, visto come gli altri anziani parlano e si rivolgono a me..>>
<< Ah Katrina.... ti conosci ancora così poco...dammi un po' di tempo e vedrai come ben presto tutti cambieranno opinione di te. Io lo so.>>
Lo guardavo confusa, mi conoscevo poco? Che voleva dire? Cosa doveva accadere da lì a poco tempo?
<< Da domani prenderai parte alla nostra routine di gruppo. Ti allenerai e berrai con noi. Vedrai rimarrai sorpresa anche tu >>.
Con quelle parole Aro, l'anziano più carismatico dei tre, l'unico che fosse in grado di darmi le risposte che cercavo,seppur criptate, mi congedò da lui. Mi avrebbero aspettato di lì a qualche ora nel misterioso salone dove spesso li vedevo chiudersi la porta alle loro spalle, ignara di quello che potesse accadere all'interno di quella stanza.
Finalmente era giunto il tempo delle risposte e della verità che mi era stata negata dal momento in cui mi fu strappata la vita e me ne fu donata una nuova, oscura, della quale però non sapevo ancora nulla.
Il Salone
Tutti erano già lì. Finalmente avrei saputo perchè di tanto intanto tutti si riunivano lì dentro. Nonostante avessi la consapevolezza che mi era permesso entrare e finalmente sapere, provavo timore. Sebbene vi fossero tra i Volturi coloro che consideravo amici, li temevo tutti. Sapevo di non poter reggere il confronto : debole, inesperta e ignara, mi feci coraggio ed entrai. Quello che trovai non era quello che mi aspettavo. Dove era finita la mobilia? I tappeti, il grande tavolo al centro della sala non c'erano più. Le pesanti e maestose tende erano chiuse e coprivano completamente le finestre. La luce dell'imponente lampadario di cristallo illuminava l'intera sala. Vidi tutti conversare tra loro tranquillamente..che fosse una festa danzante? Ma poi quando vidi Alec spegnere le luci e accogliere nella stanza Heidi con al seguito persone
diverse da noi ,capii. Lo avertii dai loro sguardi confusi e a tratti spaventati, lo sentivo dal loro odore. Al centro della stanza, accerchiati da tutti noi, non potevano avere più speranza di uscire da quella sala
vivi. Adesso solo poche candele illuminavano fiocamente la stanza con lievi bagliori evanescenti.
Poi accadde tutto, l'intera nobile famiglia si avvento su di loro. Io rimasi impietrita. Nonostante ricordassi i periodi in cui ero rimasta a vagare per la foresta in cerca di ciò che avesse potuto placare la mia sete, adesso tutto ciò mi scuoteva quel poco di animo che mi era rimasto. Non potevo credere di essere come loro...no io non ero cattiva.
Feci qualche passo indietro, ma Jane, la prediletta di Aro, la più letale delle sue guardie, mi prese amorevolmente la mano e mi condusse al centro di quel tumulto assetato. Mi fece chinare e finalmente dopo settimane placai la mia sete.
Non era cattiveria, né voglia di uccidere. Lo spirito di sopravvivenza era tutto ciò che spingeva quelli come me ad agire, ed i Volturi ne davano testimonianza. Questi pensieri erano l'unica essenza che albergava nella mia mente mentre sentivo il sangue delle vittime invadere le mie vene e diventare nuova linfa di vita.
Sola nella mia stanza pensavo a questi avvenimenti come qualcosa di naturale. Era ora che mi iniziassi ad abituare a questo nuovo stile di vita. Assorta nei miei pensieri bussarono alla porta in modo deciso: << Katrina aprimi sono io, Jane>> esordì.
Aprii la porta immediatamente e con una velocità che mi lasciò per un attimo di stucco, ma non ci badai più di tanto.
<< è successo qualcosa? >> le chiesi
<< No, tranquilla, volevo solo comunicarti che domani mattina ti aspetteranno in salone per gli allenamenti >>
Allenamenti? Non capivo cosa volesse dire, ma annuii accennando un incerto sorriso. Mi chiuse alle spalle la porta e mi concessi un po' di ozio prima della lunga giornata. Dedicai le ore libere al disegno e alla lettura. Non c'era cosa più bella di rilassarsi leggendo storie gotiche con personaggi oscuri,intrighi e finali entusiasmanti,per poi disegnarne le immagini che si riflettevano nella mia mente.
A volte però favole e leggende non sono solo fantasia,
i vampiri esistevano davvero ed io ne facevo parte.